Uno dei primi hard disk

 

I computer agli inizi degli anni ’60 erano soltanto TAPE ORIENTED, cioè utilizzavano come memorie di input ed output soltanto nastri magnetici. Ma ben presto il desiderio di poter disporre di supporti che consentissero l’accesso ai dati in maniera più diretta piuttosto che solo sequenzialmente, spinse la tecnologia a progettare i dischi magnetici che, dotati di appositi “braccini con testine di lettura”, mettevano a disposizione i dati in maniera “random”.

Agli inizi degli anni ’60 la IBM realizzò uno dei primi dischi magnetici; si trattava di una periferica di input/output che consentiva di leggere e scrivere dati sui cosidetti DISKPACK (gruppi di dischi a doppia faccia che si potevano innestare in un’apposita unità).

Dopo aver bloccato il diskpack con una grossa manopola, si chiudeva il coperchio trasparente superiore dell’unità e si avviava la rotazione del disco premendo l’apposito pulsante; giunto alla velocità di regime, l’unità andava in “ready” ed i programmi potevano cominciare ad accedere in diversi modi ai contenuti dei dischi; come ho detto i diskpack erano intercambiabili per sopperire alla loro scarsa capacità; il 2311 IBM, come si vede dalle foto, era un’unità di dimensioni abbastanza maggiori di una lavatrice, cià nonostante ogni diskpack poteva contenere soltanto 7,5 megabytes di dati.