La rete ITAPAC
La rete ITAPAC
Le comunicazioni anche a grande distanza sono sempre state per me un fatto comune: infatti sono radio-amatore dall’età di 17, avevo ed ho ancora la mia radio ricetrasmittente e con essa comunicavo e comunico con altri colleghi radio-amatori in tutto il mondo; l’ho sempre fatto con la voce, con il video e anche in maniera digitale e sempre senza l’ausilio di niente se non delle mia apparecchiature, delle mie antenne e con l’aiuto degli “strati ionizzati dell’alta atmostera” che hanno consentito tutti i miei collegamenti in onde corte.
Inoltre nel mio lavoro, tra le altre cose mi interessavo di telecomunicazioni e dei rapporti con la SIP (attuale Telecom) che forniva le linee private a mezzo delle quali il Banco di Napoli faceva funzionare i terminali nelle diverse filiali italiane; avevo rapporti stretti con IBM, Digital e Olivetti (nostri fornitori abituali) e avevo spesso accesso e potevo usare anche le loro reti; per me non era pertanto un problema comunicare attraverso le nostre reti con qualcuno dei dipendenti di quelle aziende.
Ma intanto Internet cresceva ed era sempre più facile accedervi anche per un privato; agli inizi degli anni ’90 fui quindi anche un utente privato della rete ITAPAC; con questo nome infatti veniva messo a disposizione da SIP a chi ne facesse richiesta e ovviamente a pagamento, un numero telefonico (il 1421) che consentiva a chi avesse un modem a 1200bps di accedere alla rete Internet di allora.
Bisognava farsi riconoscere con un codice e poi sarebbe stato addebitato all’utente un costo proporzionale ai pacchetti di dati inviati e/o ricevuti.
Allora i siti erano pochi, il WEB non esisteva e la comunicazione era a caratteri, quindi la quantità dei dati in movimento era sempre abbastanza bassa per cui anche con appena 1200bps si riusciva a fare un pò di traffico; il vantaggio stava nel fatto che la telefonata non era nè urbana ne soggetta al TUT e il suo costo dipendeva esclusivamente dalla quantità di dati trasferiti.