Gli anellini di ferrite
Gli anellini di ferrite
Per leggere il contenuto di un bit era presente un terzo filo che attraversava, a zig zag, tutti gli anellini della matrice; la lettura avveniva inviando una corrente inversa sui due fili che individuavano un bit; se il bit era a 0 non succedeva niente, se invece era a 1 il bit passava a 0 e questo cambio di stato magnetico induceva un impulso elettrico sul terzo filo con il che il bit veniva letto come 1; la lettura era però distruttiva e quindi era necessario un ciclo di riscrittura per riportare il bit al suo stato precedente alla lettura.
Dalla descrizione si può capire che le memoria a nuclei magnetici erano di difficile realizzazione e quindi costosissime, in più erano ingombranti e lente (una lettura di un solo bit poteva richiedere ben 6 microsecondi); esse però mantenevano il loro stato anche in assenza di alimentazione.
La scheda qui sopra (che custodisco gelosamente) con i suoi particolari visibili immediatamente sotto, è una memoria a nuclei di ferrite appartenuta ad un PDP11 della DEC e che dovrebbe essere di soli 32 Kb. La dimensione della scheda è di 21 x 26 centimetri; il valore della scheda negli anni 60 era intorno ai 3.000 dollari.
Oggi (dopo poco più di 40 anni) il volume della stessa quantità di memoria si è ridotto di 2 milioni di volte e il costo di 10 milioni di volte; infine la velocità di lettura è aumentata di 6 milioni di volte.