PC o terminali?
PC o terminali?
Nel mio lavoro mi occupavo dei grossi elaboratori elettronici IBM, a casa invece approfondivo per hobby i piccoli microcomputer e poi i PC.
Il mio Istituto per il suo teleprocessing utilizzava terminali forniti dalla Olivetti (il TC800), che negli anni ’80 erano dotati di un piccolo monitor monocromatico video (12 pollici), di un drive per floppy da 160 Mb, di un processore proprietario e di 8 Kb di memoria RAM; il software era prodotto dalla stessa Olivetti; questi terminali erano acquistati al prezzo di 12 milioni di lire ciascuno.
Mi era chiarissimo che il costo non era affatto proporzionato alle caratteristiche di simili macchine, visto che erano disponibili sul mercato già i PC IBM (e anche gli M24 della stessa Olivetti) che avevano caratteristiche ben superiori e che anche se acquistati singolarmente costavano addirittura meno della metà.
Non resistetti, e con l’appoggio di un bravo sistemiste IBM riuscii a far realizzare un software per consentire ad un PC di essere acceduto dai nostri mainframe; dimostrai così all’alta direzione del Banco di Napoli che occorreva decidere di cambiare strada.
Fu così, che primo in Italia, feci apparire i primi PC in sostituzione dei vecchi terminali negli sportelli della mia Banca e fu così che pian piano, tutte le banche e anche ogni altra azienda seguirono la nostra scelta fino a far scomparire completamente i vecchi e superati terminali.
Qui sotto le due apparecchiature a confronto: